La fatica di essere donne

 

Il 25 novembre si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Quello della violenza è un problema globale che affonda le sue radici in disuguaglianze di genere, stereotipi e potere; è un fenomeno che ha radici profonde nella storia e nelle culture.   Si manifesta in molteplici forme, dalla violenza fisica e psicologica alla violenza sessuale, e può avvenire sia in ambito domestico che pubblico.   Questa Giornata è molto significativa perché punta a promuovere i diritti delle donne, in una società, come quella odierna, dove è sempre più difficile esserlo.

Oggi, purtroppo, ogni 11 minuti una donna muore di violenza domestica. E in Italia il 31,6% delle donne ha subito violenza fisica o sessuale. Inoltre, aumentano sempre più le vittime di violenze morali e fisiche, a volte da parte degli stessi componenti delle loro famiglie; il dato più inquietante è che nella maggior parte dei casi i carnefici sono le persone che queste donne amano e che, nonostante tutto, continuano a difendere. Sono migliaia le donne molestate, perseguitate, aggredite, picchiate, sfregiate, insultate, ricattate, vessate, minacciate…  uccise. Il femmicidio è una vera e propria piaga sociale, è l’ultimo tragico atto di una serie di violenze che continuano nel tempo.  La violenza di genere, tuttavia, non è solo l’aggressione fisica di un uomo contro una donna ma include anche vessazioni psicologiche, ricatti economici, minacce, violenze sessuali. Il problema sta diventando sempre più ampio e ingestibile se non si interviene alla radice. Il silenzio non è più accettabile. Casi emblematici, su tutti il femminicidio di Giulia Cecchettin, hanno scosso le coscienze.

Tutti insieme soffermiamoci a pensare, a riflettere… Consideriamo che le parole hanno un peso e spesso feriscono più delle botte e che il silenzio è la forma peggiore di accettazione!

 

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